Galassia a spirale
M 31 - M 32 - M 110
Grande Galassia di Andromeda
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La Galassia di Andromeda (nota talvolta anche con il vecchio nome Grande Nebulosa di Andromeda o con le sigle di catalogo M 31 e NGC 224), è una galassia spirale gigante facente parte del Gruppo Locale, assieme alla Via Lattea; si trova a circa 2.538 milioni di anni luce dalla Terra, in direzione della costellazione boreale di Andromeda, da cui prende il nome. Si tratta della galassia spirale di grandi dimensioni più vicina alla nostra galassia; è visibile anche ad occhio nudo e si tratta dell'oggetto più lontano visibile da occhi umani senza l'ausilio di strumenti di osservazione. La Galassia di Andromeda è la più grande del Gruppo Locale, un gruppo di galassie formato dalla Via Lattea, Andromeda e dalla Galassia del Triangolo, più circa cinquanta altre galassie minori, molte delle quali satelliti delle principali. La prima osservazione della Galassia di Andromeda messa per iscritto risale al 964 ed è stata condotta dall'astronomo persiano Abd al-Rahman al-Sufi, il quale la descrisse come una "piccola nube" nel suo "Libro delle stelle fisse". La prima descrizione dell'oggetto basata sulle osservazioni telescopiche fu fatta da Simon Marius il 15 dicembre del 1612, il quale la definì come "la luce di una candela osservata attraverso un corno traslucido". Charles Messier la inserì in seguito nel suo celebre catalogo col numero 31 nell'anno 1764, accreditando erroneamente Marius come scopritore, non essendo a conoscenza del precedente libro di Sufi. Nel 1785, l'astronomo William Herschel notò un debole alone rossastro nella regione centrale di M 31; egli credeva che si trattasse della più vicina fra tutte le "grandi nebulose" e, basandosi sul colore e la magnitudine della nube, ne stimò erroneamente una distanza non superiore a 2000 volte la distanza di Sirio. William Huggins nel 1864 osservò lo spettro di M 31 e notò che era differente da quello delle nebulose gassose; gli spettri di M 31 mostravano un continuum di frequenze, sovrapposte a linee scure, molto simile a quello delle singole stelle: da ciò dedusse che si doveva trattare di un oggetto di natura stellare. Nel 1885 fu osservata nell'alone di M 31 una supernova, catalogata come S Andromedae, la prima e l'unica osservata finora nella galassia; all'epoca dato che M 31 era considerato un oggetto "vicino", si credeva che si trattasse di un evento molto meno luminoso, chiamato nova, così fu indicata come "Nova 1885". Le prime immagini fotografiche della galassia furono prese nel 1887 da Isaac Roberts dal suo osservatorio privato nel Sussex; la lunga esposizione permise di mostrare, per la prima volta, che M 31 possiede una struttura a spirale. Tuttavia si credeva ancora che si trattasse di una nebulosa compresa nella nostra Galassia e Roberts pensò erroneamente che si trattasse di una nube a spirale in cui si formano sistemi simili al nostro sistema solare, dove le nubi satelliti sarebbero state dei pianeti in formazione. La velocità radiale di M 31 rispetto al sistema solare fu misurata nel 1912 da Vesto Slipher al Lowell Observatory, utilizzando uno spettroscopio; il risultato fu la più alta velocità radiale mai misurata fino ad allora, di ben 300 km/s, in avvicinamento al Sole. Nel 1917 Heber Curtis osservò una nova nei bracci di M 31; ricercando nelle lastre fotografiche, ne scoprì altre 11; Curtis scrisse che queste novae possedevano una magnitudine apparente media di 10, più deboli di quelle che si osservano nella Via Lattea. Come risultato, egli pose M 31 alla distanza di 500'000 anni luce, diventando così il proponente della teoria dei cosiddetti "universi-isola", secondo la quale le nebulose a spirale non sono altro che insiemi di gas e stelle simili alla nostra Via Lattea, indipendenti fra loro. Nel 1920 ebbe luogo il "Grande Dibattito" fra Harlow Shapley e Heber Curtis, in cui si discuteva della natura della Via Lattea, delle "nebulose a spirale" e delle dimensioni dell'Universo; per supportare l'ipotesi che la "Grande Nebulosa di Andromeda" fosse in realtà una galassia indipendente, Curtis riportò pure l'esistenza di linee oscure che ricordano le nubi di polvere tipiche della nostra Galassia, come pure il notevole effetto Doppler. Nel 1922 Ernst Öpik presentò un metodo astrofisico molto semplice per stimare la distanza di M 31, secondo cui la "nube" risultava essere distante 450 kpc (quasi 1.5 milioni di anni luce). Edwin Hubble risolse il dilemma nel 1925, quando per la prima volta identificò alcune variabili Cefeidi in alcune foto della galassia create nell'Osservatorio di Monte Wilson, rendendo così molto più accurata la misurazione della distanza; le sue misurazioni infatti dimostrarono inequivocabilmente che M 31 è una galassia indipendente situata a notevole distanza dalla nostra.

DATI DELL'IMMAGINE
Avvio delle riprese: Venerdì 2 dicembre 2016 - 18:20:28 UT
Osservatorio: Ghezz Observatory
Codice MPC: D08
Località: Leontica
Latitudine: 46° 27' 19" N
Longitudine: 08° 55' 09" E
Quota: 969 m
  
Temperatura ambiente: 1.3° Celsius
Temperatura del cielo: -29.8° Celsius
Velocità del vento: 0.5 km/h
Umidità relativa: 49%
Pressione atmosferica: 1'027.3 hPa
SQM: 21.36 Mag/Arcsec²
  
Ascensione retta: 00h 42m 44s
Declinazione: 41° 15' 44"
Angolo di rotazione: 0.9 °
Costellazione: Andromeda
Altezza: 78.167°
Azimut: 110.120°
Airmass: 1.022
Magnitudine: 3.5
Scala dell'immagine: 2.52 Arcsec/Pixel
  
Telescopio: Intes MK-69
Ottica addizionale: Intes Focal Reducer
Lunghezza focale: 737 mm
Diametro: 150 mm
Apertura libera: 15'708 mm²
Rapporto focale: f/4.9
  
Camera di ripresa: SBIG ST-8XME
Sensore: Kodak KAF-1603ME Class 1
Dimensione dei pixel: 9.00 x 9.00 μm
Temperatura del sensore: -29.7° Celsius
  
Camera di guida: QHYCCD QHY5
Sensore: Micron MT9M001
Dimensione dei pixel: 5.20 x 5.20 μm
  
Filtro: Luminance
Numero di pose: 15
Tempo di posa: 600 sec
Binning: 1x1
  
Filtro: Red
Numero di pose: 15
Tempo di posa: 684 sec
Binning: 1x1
  
Filtro: Green
Numero di pose: 15
Tempo di posa: 600 sec
Binning: 1x1
  
Filtro: Blue
Numero di pose: 15
Tempo di posa: 840 sec
Binning: 1x1
  
Autore delle riprese: Ivaldo Cervini
Software di ripresa: AstroRobot 2.2.2.5
 MaxIm DL 5.24
Autore dell'elaborazione: Ivaldo Cervini
Software di elaborazione: MaxIm DL 6.13